Cinquantaquattro anni fa l’omicidio di Meredith Hunter e la fine dell’era hippie nella musica

Altamont, California, 6 dicembre 1969 – Meredith Hunter, un giovane di 18 anni, si trovava al concerto gratuito dei Rolling Stones presso l’Altamont Speedway in California. Quella che doveva essere una giornata di musica e festa si trasformò rapidamente in un incubo quando la situazione sfuggì di mano, e Meredith venne accoltellato e ucciso. Il ragazzo, già in stato di alterazione, si avvicinò al palco con un coltello in mano, provocando una reazione violenta da parte dei membri della sicurezza. La scena fu immortalata dal documentario “Gimme Shelter,” che testimonia il caos che si scatenò durante l’esibizione della band. Il tragico evento gettò un’ombra su uno degli eventi più emblematici del movimento hippie e segnò la fine dei messaggi di pace e amore dell’epoca rock.

Con l’intenzione di replicare il successo di Woodstock avvenuto quattro mesi prima, l’organizzazione del concerto di Altamont fu affrettata, e la responsabilità della “sicurezza” fu assegnata alla gang di motociclisti degli Hells Angels. Questi, improvvisati addetti alla sicurezza, si trovarono coinvolti in numerosi scontri violenti con i partecipanti nel corso della giornata, in prevalenza di etnia bianca. Tuttavia, non possiamo trascurare la possibilità che uno degli Hells Angels abbia preso di mira Hunter a causa del suo colore della pelle e della presenza di una ragazza bianca al suo fianco. Considerando il passato violento degli Hells Angels e il loro ruolo autoproclamato di organizzazione paramilitare con l’obiettivo dichiarato di “pulire le strade” – intendendo eliminare la presenza degli individui di colore – non è difficile collegare il tragico episodio di Hunter a una dimensione razziale.

Cinquant’anni dopo, la morte di Meredith Hunter rimane una ferita aperta nel cuore della storia della musica rock. Il concerto di Altamont, inizialmente concepito come il “Woodstock dell’Ovest,” è ricordato oggi non solo per la musica degli Stones, ma anche per la tragedia che lo ha segnato indelebilmente.